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M o d u l o  0 s1

Correnti alternate – Sistemi MONOFASE

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15_Risonanza in serie

 

                Un alimentatore fornisca una tensione sinusoidale di valore efficace costante, ma se ne possa variare la frequenza teoricamente da 0 a ∞. Si alimenti il circuito serie di fig.1a).

Figura 1a) Circuito serie R-L-C. In risonanza (b), quando XL=XC, si compensano le due cadute di tensione reattive e la tensione totale del generatore coincide con quella ai capi di R.  In tali condizioni, se XL=XC>R, si ha una sopraelevazione di tensione  ai capi di L e C, come si è ipotizzato in figura.

 

                Poiché al crescere della frequenza cresce la pulsazione ω, anche la reattanza induttiva varierà linearmente da 0 a ∞, in base alla relazione (v. fig.2):

XL = ω · L = 2πf · L

                Per quanto riguarda la reattanza capacitiva, essa è invece elevatissima alle basse frequenze e tende al corto circuito con frequenze altissime, secondo l’iperbole equilatera (fig. 2) che risulta dalla relazione

                L’impedenza totale, tenendo conto dei segni (+XL e –Xc)

                ha come modulo

                e la corrente assorbita è

                con sfasamento deducibile ad esempio dalla relazione

                Sono riportati in fig. 2 anche l’andamento dell’impedenza e della corrente nel circuito, al variare della frequenza del generatore.

Figura 2) Grandezze circuitali al variare della frequenza. Alla frequenza fR, in risonanza, l’impedenza Z è minima e coincide con la resistenza R, essendo nulla la reattanza totale XL-XC (curva gialla); la corrente è massima.  La curva della corrente è tanto più appuntita e di elevato valore massimo quanto minore è la resistenza R.

 

                Quanto vale la frequenza fR in corrispondenza della quale le due reattanze si uguagliano? Basta ricordare che

                A questa frequenza, detta frequenza di risonanza, l’unico ostacolo è costituito dalla resistenza R e, tanto più piccolo sarà il suo valore, tanto maggiore sarà la corrente assorbita dal circuito:

                In tale condizione potranno quindi aversi elevati valori delle c.d.t. parziali UL e UC ai capi delle due reattanze, tali da superare il valore della tensione U di alimentazione che viene imposta ai capi del circuito. Ciò accadrà per XL=XC > R .

                Il valore di sovratensione può risultare pericoloso per l’isolamento dei componenti circuitali, specie se è imprevisto il fenomeno di risonanza nel circuito di lavoro.

                In risonanza la tensione richiesta dal condensatore è esattamente identica alla f.e.m. di autoinduzione della bobina. La tensione ai capi della resistenza coincide invece con quella totale.

                In modo analogo a prima si potrebbero determinare il valore di capacità C necessario a conferire la condizione di risonanza, note la frequenza e l’induttanza L della bobina, oppure il valore di L che porta alla risonanza, note la frequenza e la capacità C (basta ricavarne i valori dalla (1)).

                Dalla fig.2 si nota che per basse frequenze, fino a valori prossimi a fR il circuito ha un comportamento R-C; alla frequenza fR il circuito è puramente ohmico e per frequenze superiori alla fR il circuito diventa sempre più di tipo induttivo, con corrente in ritardo sulla tensione impressa, fino a tendere a +90° con f → ∞. Quando f → 0 il circuito ha invece uno sfasamento che tende a –90°.

 

15a_Coefficiente di risonanza o fattore di bontà “Q”

                Al diminuire della resistenza R la curva di risonanza diventa più appuntita e il circuito diventa più selettivo, ovvero per un segnale formato da più armoniche sono ostacolate di meno la componente con frequenza di risonanza fR e quelle con frequenze ad essa molto vicine, mentre le altre vengono praticamente eliminate.

                Le proprietà selettive si valutano con la banda passante (v. dopo) e con il fattore o cifra di merito o di bontà, detto anche coefficiente di risonanza o di sopraelevazione di tensione Q e inteso, alla frequenza fR, come rapporto:

                e tenendo conto della (1), dopo qualche semplice passaggio si ottiene

                Maggiore è Q, maggiore è la selettività del circuito e maggiore è la sovratensione parziale rispetto alla tensione totale.

                Q è un indice della capacità di un circuito ad immagazzinare energia rispetto alla possibilità di dissiparla nella resistenza.

 

            15b_Banda passante “B” _ Frequenze di taglio

                Per banda passante si intende l’escursione di frequenza compresa tra f1 < fR e f2 > fR , limiti per i quali la corrente del circuito assorbita in risonanza IR si riduce dal valore dato dalla (2) al valore

                In questo intervallo la variazione della corrente non è tale da presentare una distorsione apprezzabile.

                La frequenza f1 viene detta frequenza di taglio inferiore, mentre 

                la frequenza f2 viene detta frequenza di taglio superiore.

                In corrispondenza di questi due limiti

                la banda passante viene definita dalla differenza

                e si può dimostrare, dopo un certo numero di passaggi, che essa dipende dalla relazione

                    (Si impone che la Z sia tale per cui, per la (4)

                    Alla f1 la reattanza totale coincide con R, quindi con sfasamento di -45° :

                    Questa equazione di secondo grado si risolve rispetto a ω1 .

                    Si ripete l’impostazione per ω2  e si calcola infine la differenza tra le pulsazioni limite e quindi la differenza tra le frequenze e si ottiene la (5).

                    Si ricavano infatti, dalla risoluzione delle equazioni di 2° grado,  le seguenti espressioni:

                    Si può verificare inoltre che

                    e che il guadagno espresso in decibel in corrispondenza della frequenza di taglio è negativo (attenuazione) e vale

 

 

Il circuito è tanto più selettivo quanto più è stretta la banda passante.

In corrispondenza della frequenza di risonanza il circuito è di tipo puramente resistivo, con sfasamento di 0° fra tensione totale e corrente;

per f=f1 lo sfasamento è di -45°, di tipo ohmico-capacitivo, perché prevale la Xc;

per f=f2 lo sfasamento è di 45°, di tipo ohmico-induttivo.

 

__________________________________

 

Esempio 5)

Un circuito serie R-L-C è così costituito (fig. 1a):

R=10Ω; L=0,2H; C=60μF

Si calcolino la frequenza di risonanza, le frequenze di taglio inferiore e superiore, la banda passante, il fattore di bontà.

_________________________

 

                    Calcolo della frequenza di risonanza:

                    Calcolo, dalle (6), le pulsazioni di taglio inferiore e superiore:

                    da cui si ottengono le rispettive frequenze di taglio (fig. 3):

                    Si può ancora verificare che la frequenza di risonanza è la media geometrica delle due frequenze di taglio:

                    La banda passante vale dunque:

                    mentre il fattore di merito si può determinare con una delle due relazioni seguenti:

                    per cui la tensione ai capi delle reattanze, in risonanza, sarà Q volte quella totale:

                    e pertanto l’isolamento dei componenti dovrà sopportare questa sopraelevazione di tensione in corrispondenza della frequenza fR .

 

                    In altro modo si possono calcolare le reattanze alla frequenza di risonanza, le loro c.d.t. e poi rapportarle alla tensione ai capi della resistenza (coincidente, in risonanza, con la tensione totale).

                    Si ricorda che in risonanza si ha la corrente massima (fig. 3):

                    per cui avremo:

 

XLris = ωR · L = 2πfR· L = 2π·45,94·0,2=57,74Ω

    e le tensioni ai capi di L e C :

    Quindi si ottiene

                    che è il coefficiente di sopraelevazione della tensione.

Figura 3) La Banda passante B=f2-f1 . A questi due valori limite della frequenza (frequenza di taglio superiore e inferiore) corrisponde una  corrente 0,707·IR .  La banda passante è maggiore se la resistenza del circuito aumenta, con una diminuzione di selettività. Viceversa per resistenze minori.

 

 

16_Risonanza parallelo (antirisonanza)

16a) Come caso duale della risonanza serie (circuito di fig.1) consideriamo lo schema di fig.4, formato da rami ideali R,L,C in parallelo. Anche qui si possa mantenere costante la tensione in ampiezza e variarne la frequenza.

Figura 4a) Risonanza parallelo o antirisonanza: è il caso duale della risonanza serie di fig.1a). In b) le correnti corrispondono alla condizione di risonanza e, come in questo caso, quelle reattive, uguali e contrarie, sono superiori alla corrente totale del fattore Q.

 

                Il circuito è antirisonatore quando ad un particolare valore di frequenza (detta di antirisonanza) esso presenta la minima ammettenza, e quindi la massima impedenza equivalente.

                Il circuito antirisonante e quello risonante visto sopra sono perfettamente duali.

                L’ammettenza generica del circuito di fig.4 è

                In risonanza si uguagliano le suscettanze e dall’uguaglianza si deduce la frequenza di risonanza fR:

                Alla frequenza suddetta l’ammettenza assume il valore minimo, coincidente con la conduttanza G e anche la corrente totale è minima e in fase con la tensione. Addirittura, nel caso teorico di conduttanza nulla, la corrente totale assorbita dal circuito sarebbe nulla, con correnti nei rami L e C tendenti a infinito.

Figura 5) Grandezze circuitali al variare della frequenza. Alla frequenza fR, in risonanza, l’impedenza equivalente Z è massima, mentre è minima l’ammettenza totale, proporzionale alla corrente totale.  Il caso è duale rispetto a quello serie di fig. 2.

                Al di sotto della fR prevale la suscettanze induttiva, con sfasamento negativo dell’ammettenza (ma con sfasamento positivo per l’impedenza, ovvero corrente in ritardo sulla tensione). Al diminuire della frequenza lo sfasamento tende a –90°. Al contrario succede per frequenze superiori alla fR: prevale l’effetto capacitivo e la corrente è in anticipo rispetto alla tensione. Al crescere della frequenza lo sfasamento tende a 90°.

                Come per il circuito serie anche qui si possono ricavare le relazioni che definiscono il fattore Q e la banda passante B

                Q è anche detto, sempre per il circuito di fig.4, coefficiente di sovracorrente

                La corrente totale, in generale, è data dal prodotto

                e in risonanza è in fase con la tensione, con modulo IT = IG =U·G

 

 

16b)  Caso di due rami generici in parallelo

 

Si consideri il circuito di fig. 6, costituito da due rami in parallelo.

Figura 6a)  Due rami in parallelo e ricerca della condizione di risonanza che si verifica quando si uguagliano, in valore numerico, le suscettanze dei due rami; b) diagramma correnti-tensione in condizione di risonanza. Sono indicate anche le componenti delle correnti nei due rami (rel. 13).

 

                Con il metodo delle ammettenze, visto in precedenza, si scrive

                e si ha risonanza quando la suscettanza totale e quindi la parte immaginaria si annullano.

                Imponendo l’annullamento della parte immaginaria si ricava, dopo un bel po’ di passaggi, la seguente relazione che fornisce la frequenza di risonanza, in funzione degli altri parametri circuitali:

 

Per quanto riguarda le correnti si può osservare quanto segue:

                espressione giustificata con le componenti di fig. 6b). In risonanza si annulla la componente immaginaria e rimane la sola attiva, in fase con la tensione.

 

Osservazione

Quale condizione si verifica nel caso in cui numeratore e denominatore sotto radice quadrata della (12) sono uguali, ovvero con RL2 = RC2 = L/C ?  Si provi a calcolare se, in tale condizione, cambia qualcosa al variare della frequenza!

 

Dopo altri laboriosi passaggi si ottengono i seguenti risultati, utili per determinare un parametro circuitale in funzione degli altri noti, sempre in condizioni di risonanza:

in cui le reattanze sono riferite alla pulsazione di risonanza ωR=2πfR e inoltre:

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Esempio 6)

                Del circuito di fig.6 si conoscono i seguenti dati:

U=10V

Determinare la frequenza di risonanza e le correnti in gioco.

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Dalla (12) si ottiene la frequenza di risonanza richiesta:

XLris = ωR · L = 2πfR· L = 14,26Ω

                Procedendo nei calcoli col metodo delle ammettenze e delle componenti delle correnti, secondo la  relazione (13), o con le impedenze e metodo simbolico, ponendo la tensione sull’asse reale, si ottengono i seguenti risultati:

 

IC=0,1+j0,699         |IC|=IC=0,706A

 

IL=0,039-j0,699      |IL|=IL=0,700A

 

IT=0,139                  |IT|=IT=0,139A

 

Il diagramma vettoriale correnti-tensione è del tipo riportato in fig.6b).

Si osservi, come deve essere in risonanza, che le componenti reattive delle correnti sono uguali e contrarie e la corrente totale è in fase con la tensione. In questo esempio le correnti nei rami sono maggiori rispetto a quella totale (anche se non sempre questa condizione è soddisfatta).

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Confronti e conclusioni

Nella risonanza serie, quando si compensano la reattanza induttiva e quella capacitiva, ovvero le due corrispondenti c.d.t., la corrente assorbita è massima, e tale valore è tanto maggiore quanto minore è il valore della resistenza. Addirittura per resistenza nulla la corrente assume valore teoricamente infinito. Al di fuori della risonanza la corrente diminuisce e si trova in anticipo sulla tensione quando f<fR; per frequenze f>fR la corrente torna a diminuire, ma con sfasamenti in ritardo sulla tensione.

Al diminuire della resistenza il fattore Q cresce e si riduce la banda passante B, con circuito sempre più selettivo.

Nel circuito antirisonante in parallelo si compensano, alla risonanza, le suscettanze induttiva e capacitiva, e quindi le componenti reattive delle correnti. Se la resistenza è nulla l’impedenza equivalente è infinita e la corrente assorbita totale è nulla. Essa è comunque, in generale, minima per f=fR. Al di fuori della risonanza, per f<fR, la corrente cresce e va in ritardo sulla tensione. Per f>fR la corrente cresce di nuovo e va in anticipo sulla tensione.

Al diminuire della resistenza del circuito parallelo ideale, il fattore Q diminuisce e la banda passante cresce, con minor selettività (rel. 8).

Nell’istante in cui la tensione ai capi del condensatore è nulla la corrente è massima nell’induttanza (e massima è la sua energia); viceversa, quando si annulla la corrente nella bobina, è massima la tensione ai capi del condensatore, con la massima energia immagazzinata.

Il collegamento opportuno di rami LC dà luogo a filtri elettrici per bloccare o per consentire il passaggio di correnti con specifici valori di frequenza. Ci sono i filtri passa basso (per consentire la circolazione di componenti con frequenze ridotte), i filtri passa alto (consentono la circolazione di frequenze sempre più elevate), filtri passa banda o elimina banda, con evidente significato, per un limitato intervallo di frequenze.

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Domande riepilogative

 

·        In risonanza quale condizione deve soddisfare l’energia immagazzinata?

·        Quali grandezze possono essere esaltate nella risonanza serie e nell’antirisonanza?

·        Chiarire perché Q assume il significato di coefficiente di sovratensione o di sovracorrente.

·        In quali casi gli effetti di risonanza possono essere utili e in quali pericolosi?

·        Tracciare la curva dello sfasamento fra tensione totale e corrente totale al variare della frequenza, nel caso di circuito serie e nel caso duale di parallelo.

·        Quando un circuito serie R-L-C diventa di tipo induttivo?

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prof. Attilio Barra e-mail: elettrotecnica@barrascarpetta.org

prof. Antonio Scarpetta e-mail:  laboratorio@barrascarpetta.org

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